BastaBotti

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Emergenza24 ha attivato la campagna Basta Botti per sensibilizzare su un tema di rischio trascurato completamente anacronistico per una società civile: vittime e danni di prodotti pirotecnici. Utilizza l’hashtag #BastaBotti per ricordare a tutti che la festa può essere anche silenziosa.

Festeggiare il Capodanno con prodotti pirotecnici e botti è un fenomeno antico e socialmente accettato con una base antropologica lontana: fuochi d’artificio e scoppi per allontanare il male.

DANNI A PERSONE

Ogni Capodanno in Italia, per l’uso di prodotti pirotecnici, ci sono centinaia di feriti e il 20% è costituito da bambini. Spesso si registrano alcune vittime. Le ferite sono costituite da amputazioni, perdita della vista e ustioni.

La respirazione dei fumi di combustione dei prodotti pirotecnici, in particolare di quelli abusivi sui cui contenuti non c’è alcun controllo, può causare problemi respiratori ed aggravare patologie in essere.

Oltre alle vittime dirette ci sono quelle indirette, ovvero morti avvenute nei luoghi di produzione e conservazione dei prodotti pirotecnici: una media di una decina in Italia ogni anno e sull’ordine delle migliaia in tutto il mondo.

DANNI A COSE

L’uso di prodotti pirotecnici è la principale causa di incendi boschivi nei mesi di dicembre e gennaio. In estate sono stati documentati numerosi incendi dovuti all’uso delle lanterne cinesi.

GLI ANIMALI

I botti sugli animali selvatici e domestici, in conseguenza del diverso apparato auditivo e sensibilità, provoca oltre allo spavento e conseguenza fuga, anche lesioni permanenti e disorientamento che li porta alla morte.

Riporta correttamente Macrì Puricelli sul Corriere:

Agli uccelli un botto causa uno spavento tale da indurli a fuggire dai dormitori (alberi, siepi e tetti delle case), volando al buio alla cieca anche per chilometri. Andando a morire sfracellati addosso a qualche muro, albero o cavi elettrici.
Quelli che riescono ad atterrare o a posarsi in qualche albero spesso muoiono assiderati a causa delle rigide temperature invernali e alla mancanza di un riparo.
Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea forte stress e spavento tanto da farli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.
Negli animali degli allevamenti, mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento.

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Ecco una guida per chi ha animali domestici.

CONSIGLI

Ecco i consigli dei Carabinieri:

  • Non esistono fuochi di artificio “sicuri”, anche se ne è permessa la vendita; perfino le stelline, che i bambini usano con disinvoltura, bruciano a 300°C e perciò sono potenzialmente in grado di provocare incendi sui tessuti.
  • I giochi pirotecnici autorizzati e in libera vendita devono riportare sulla confezione un’etichetta con il numero del decreto ministeriale che ne autorizza il commercio, il nome del prodotto, la ditta produttrice, la categoria d’appartenenza e le modalità d’uso. Possono essere venduti in tutti gli esercizi che sono in possesso di licenza per la vendita di giocattoli e possono essere acquistati da tutti, purché almeno quattordicenni (solo ed esclusivamente giochi pirici che risultano declassificati o di libera vendita).
  • Se il gioco pirotecnico che state acquistando è privo di etichetta, è sempre da considerarsi proibito e, quindi, non di sicuro utilizzo.
  • I prodotti pirotecnici classificati dal Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza in IV (artifici e prodotti affini negli effetti esplodenti) e V categoria (giocattoli pirici), invece, possono essere venduti solamente nei depositi dei fuochi d’artificio o nelle armerie autorizzate ed acquistati con porto d’armi o nulla osta, sempre comunque con l’obbligo di denuncia alle Forze dell’Ordine, ma non possono essere accesi senza licenza.
  • Al momento dell’accensione, mai avvicinare viso e occhi alla miccia.
  • Se non se ne può fare a meno, i bambini non vanno mai lasciati soli a usare fuochi di artificio.
  • I fuochi di artificio vanno accesi all’aperto, lontano da case, automobili e dalla scatola degli altri fuochi per limitare il rischio di incendio e incidenti.
  • Fare attenzione alla direzione in cui si lanciano i fuochi: non ci siano delle persone, perciò non vanno lanciate verso zone buie né da balconi né da finestre.
  • I fuochi non vanno mai accesi dentro nessun tipo di contenitore, soprattutto se in ferro, perché l’esplosione degli artifizi potrebbe generare la dispersione di schegge omnidirezionali che si trasformerebbero in tanti piccoli e pericolosi “proiettili”.
  • Va sempre tenuto a portata di mano un estintore da usare in caso di incendio. Mai bagnarli con acqua, alcuni fuochi sia legali che illegali hanno contengono alluminio, quest’ultimo se a contatto con l’acqua potrebbe andare in autocombustione provocando lo scoppio non voluto dell’artifizio. In caso di ustione è consigliabile raffreddare la zona colpita per limitare i danni alla pelle determinati dall’aumento della temperatura.
  • Quando si trovano fuochi d’artificio che funzionano male e perciò non bruciano, non si deve mai cercare di riaccenderli ma bisogna allontanarsi dalla zona e segnalare la loro presenza alle forze di Polizia per la loro corretta inertizzazione, mediante l’intervento di personale specializzato.
  • Non cercare di accendere i fuochi trovati per terra: taluni impiegano ore (sino a 12) a bruciare il cartoncino pressato della spoletta. Il movimento del corpo nell’avvicinarsi ad un fuoco inesploso, a causa del piccolo movimento di aria che si crea, può alimentare la fiammella provocando l’esplosione.
  • Non provare a recuperare la miscela esplosiva od esplodente dai fuochi non esplosi e non provare a costruire fuochi d’artificio artigianali: delle semplici cause esterne tipo la pressione, l’urto, lo sfregamento ed il calore potrebbero determinare un’esplosione non controllata, con conseguenze anche gravi.
  • È assolutamente vietato vendere ed acquistare in forma ambulante prodotti realizzati clandestinamente. Costituisce reato, che punisce sia il commerciante sia l’acquirente.
  • Nei casi dubbi, prima di acquistare il prodotto rivolgetevi ai Carabinieri telefonando al 112.

LA NORMATIVA

Il decreto legislativo 58/2010 classifica i fuochi d’artificio in quattro categorie:

Categoria 1
Fuochi d’artificio che presentano un rischio potenziale estremamente basso e un livello di rumorosità trascurabile e che sono destinati ad essere utilizzati in spazi confinati, compresi i fuochi d’artificio destinati ad essere usati all’interno di edifici d’abitazione.
Non sono vendibili a privati al di sotto dei 14 anni.

Categoria 2
Fuochi d’artificio che presentano un basso rischio potenziale, un basso livello di rumorosità e che sono destinati ad essere usati al di fuori di edifici in spazi confinati.
Non sono vendibili a privati al di sotto dei 18 anni e sprovvisti di documento d’identità in corso di validità attestante la maggiore età.

Categoria 3
Fuochi d’artificio che presentano un rischio potenziale medio e che sono destinati ad essere usati al di fuori di edifici in grandi spazi aperti e il cui livello di rumorosità non è nocivo per la salute umana.
Non sono vendibili a privati al di sotto dei 18 anni sprovvisti di nulla osta rilasciato dalla Questura ovvero di una licenza di porto d’armi.

Categoria 4
Fuochi d’artificio professionali che presentano un rischio potenziale elevato e che sono destinati ad essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche […].
Non sono vendibili a persone […] sprovviste di conoscenze specialistiche e relativa autorizzazione di pubblica sicurezza.

Molti comuni hanno ordinanze che proibiscono l’utilizzo di fuochi d’artificio, botti e petardi nei luoghi pubblici anche con forti sanzioni.

PUBBLICISTICA

L’iniziativa #BastaBotti e relativo hashtag sono stati utilizzati da Emergenza24 dal capodanno del 2013 su suggerimento di un nostro collaboratore. Diversa l’opinione del Corriere che fa risalire l’iniziativa stessa ad altri nel dicembre 2015. Nulla di grave ma solo l’ennesimo esempio che molti giornali italiani scrivano sotto dettatura.

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Corriere 30 Dicembre 2015

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