Intervento di Emergenza24 – Radio Perusia 2019

 

In occasione della sesta edizione del ciclo di convegni intitolati “Dal megafono al Social Network” organizzato da Radio Perusia – Raggruppamento speciale di Protezione Civile di Perugia che quest’anno si occuperà del tema “Rischi ed emergenze tra comunicazione, clickbaiting e fake news”, Emergenza24 ha dato il suo contributo con una video presenza.

Il testo dell’intervento di Maurizio Galluzzo coordinatore dell’area scientifica di Emergenza24.

Ringrazio per l’invito Radio Perusia , Raggruppamento Speciale di Protezione Civile di Perugia ed in particolare Fortarrigo Piccolomini per averci invitato al convegno “Dal megafono ai social network”.
Il titolo “Rischi ed emergenze tra comunicazione, clickbaiting e fake news” è davvero importante ed è il perno della conversazione attuale sulla comunicazione non solo social.
Un saluto a chi è presente in sala, a chi che è collegato ed ai prestigiosi relatori.
Emergenza24 si occupa da 2012 si comunicazione di emergenza sia in ambito operativo che di ricerca.
Costruiamo conversazioni, le valutiamo, le misuriamo, le miglioriamo.
La comunicazione di emergenza è significativamente diversa dalla più generica comunicazione pubblica perché richiede l’uso di un linguaggio specialistico, dall’altro la necessità di essere chiari e comprensibili a tutti.
Ha tempi e modi di conversazioni diversi.
Servono specializzazioni diverse, non ci si può improvvisare.
Eppure nascono come funghi corsi e specialisti di questo tipo di comunicazione, spesso inconsapevoli dei rischi, anche dal punto di vista giuridico che una mancanza di conoscenza può portare.
Abbiamo analizzato la comunicazione “estemporanea” di alcuni enti fatta attraverso comunicatori non professionisti convinti che bastasse il “buon senso”.
Nella maggior parte dei casi ci troviamo davanti a comunicazioni che, nel migliore ipotesi, è del tutto inutile non riuscendo a costruire con l’ascoltatore (il ricevente) alcuna relazione e tanto meno fargli assumere un comportamento di autoprotezione.
Vorrei riassumere di seguito i punti fondamentali quando si fa comunicazione di emergenza nei social:
1. La visibilità del tweet o del post non può essere prevista perché dipende da tantissimi fattori come l’orario, il numero di followers seguiti dal cittadino, la frequenza con la quale vengono consultati i social, l’algoritmo dei possessori delle piattaforme, ecc. Siamo comunque sull’ordine di qualche punto percentuale rispetto al totale.
2. Va pianificata una strategia, in tempo di pace, in grado di coinvolgere il cittadino nelle attività di autoprotezione e nell’abituarlo ad essere lui stesso in grado di trovare e selezionare i canali affidabili per l’informazione che lo può riguardare
3. Spiegare che le previsioni sono modelli statistici che hanno un margine di variabilità importante rispetto alla distanza rispetto all’evento atteso e dal comportamento dello stesso.
4. Abituare cittadini, i politici, ma specialmente giornalisti ad avere un approccio sistemico al tema della Protezione Civile. Una titolazione forzata o acchiappa click è un grande danno alla percezione stessa del rischio. I giornalisti hanno una immensa responsabilità nel livello di attenzione che si deve porre alla questione e la loro professionalità dipende dalla capacità di raccontare il rischio.
5. Nessun ente o organizzazione può agire indipendentemente da tutti gli altri. Va fatta una operazione di costruzione di relazioni per avere il supporto e il corretto impatto nelle emergenze.
Arrivando al tema delle fake news entriamo nel più ampio mondo della scelta linguistica e della reiterazione: posso dare una notizia di per sé vera ma se ripetuta troppe volte fargli assumere un’importanza percettiva all’ascoltatore diversa.
È anche questa una manipolazione della realtà.
Allo stesso modo ignorare per tutto l’anno il lavoro dei volontari, le esercitazioni, le iniziative e citarli solo nei casi di evento già avvenuto trasferisce ai cittadini l’idea di un distacco, di una ineluttabilità della situazione.
Diciamolo chiaro: le fake sono le notizie che molti cittadini vogliono sentirsi raccontare perché confermano il loro bias e li tengono in uno stato di falsa percezione di conoscere la realtà.
Il lavoro del comunicatore e del giornalista non è quello di dare in pasto ai lettori notizie manipolate per cercarne il consenso ma raccontare i fatti nella loro, spesso bassa, attrattività mediatica.
È un lavoro difficile ma è per questo che esiste la professione del giornalista.
Ricordo che Emergenza24 ha organizzato e organizza delle masterclass gratuite per giornalisti ad elevato contenuto tecnico e specialistico.
Credo che l’iniziativa di Radio Perusia, unica nel suo genere, sia davvero straordinaria e che sia possibile, con loro si possa costruire una rete virtuosa di comunicatori.
Un saluto, un abbraccio e ancora una volta vi auguro una buona continuazione.

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